Oropa (Biella) – Venticinque anni dopo il successo (forse il più bello della carriera, sicuramente uno dei più ricordati e celebrati dai tifosi) di Marco Pantani, il padrone della salita di Oropa é Tadej Pogacar. Il ventiseienne sloveno, due volte vincitore al Tour de France e grandissimo favorito per la vittoria finale dell’edizione numero 107 del Giro d’Italia, quest’anno partito da Venaria Reale (seconda volta per la città della Reggia dopo l’edizione del 2011).
Gli organizzatori del Giro hanno disegnato una “grande partenza” impegnativa, con una tappa corta ed esplosiva che ha visto i corridori affrontare le pendenze “cattive” della Collina Torinese. L’arrivo ha visto una volata ristretta a tre corridori, con la vittoria di Jhonatan Narvaez davanti al tedesco Schachmann e lo stesso Pogacar, messo in crisi da molteplici attacchi negli ultimi chilometri, ma pimpante e attento sullo strappo di San Vito.
Seconda tappa e subito arrivo in salita con la San Francesco al Campo – Oropa. Ripresa la coriacea fuga di giornata, Pogacar ha forato proprio all’ imbocco della salita di Oropa. Forse uno scherzo del destino, forse gli dei del ciclismo che hanno voluto creare un azzardato parallelismo fra la vittoria del 1999 e quella del 2024, sta di fatto che i compagni di squadra sono stati lesti a riportarlo davanti, dove a poco più di 4 chilometri dall’arrivo é arrivato lo scatto decisivo.
Mentre l’Italia aspetta ancora la prima vittoria di tappa di quest’anno (Jonathan Milan, favorito per la maglia ciclamino, é stato superato da un ottimo Tim Merlier dello sprint di Fossano), le speranze di classifica per i nostri corridori sono flebili e affidate ad una possibile top 10 di Lorenzo Fortunato o di Antonio Tiberi. Per le vittorie di tappa, invece, oltre ai velocisti Milan e Dainese, sarebbe auspicabile e positivo per il nostro ciclismo una vittoria di tappa da parte di un giovane, magari dello scalatore Giulio Pellizzari, che si é già messo in mostra con una bella fuga nella prima tappa.
Gli avversari di Pogacar per la classifica generale non mancano, ma la sensazione é il “pallino del gioco” sia in mano allo sloveno della UAE. Geraint Thomas, con la sua Ineos, potrebbe fare benissimo nelle due cronometro di questa edizione, ma sulle Dolomiti rischia di pagare dazio in modo pesante, mentre altri corridori, come Ben O’Connor e il giovanissimo (ventuno anni, molto talentuoso) Cijan Uijtdebroeks, possono fare bene in salita ma hanno dei chiari limiti nelle prove contro il tempo.
Il Giro d’Italia numero 107, dunque, è partito con una cornice di pubblico di alto livello e con un percorso difficile fin da subito, gestito in modo ottimale dall’organizzazione. Non possiamo fare a meno di notare, tuttavia, che ottenere un accredito stampa online, nelle settimane precedenti all’evento, è diventato molto complesso per una testata come la nostra, non grande nelle dimensioni ma che segue il Giro d’Italia dal 2011. La procedura di accredito semplice, al quartiere logistico della tappa, è più semplice ma a nostro avviso non è sufficiente per un evento di portata mondiale come il Giro d’Italia. Luigi M. D’Auria