Torino – Dopo trentasei anni di lunghissima attesa, l’Argentina è campione del mondo per la terza volta nella sua storia. In soli due anni, l’Albiceleste ha vinto entrambi i trofei internazionali principali, che le mancavano da moltissimo tempo. Se la Copa Amerìca vinta al Maracanà di Rio dopo 28 anni era stata una liberazione da un incantesimo, la vittoria ai rigori contro la Francia nella finale mondiale é stata la chiusura del cerchio perfetta: in primo luogo per Lionel Messi, che ha raggiunto la soddisfazione più grande della sua luminosa carriera da calciatore. In secondo luogo, per un popolo di 47 milioni di persone che da sempre cerca nel calcio un rifugio dal quotidiano e un racconto epico da tramandare alle generazioni future, paragonabile solo a quelli omerici.
Argentina – Francia é stata una finale bellissima dal punto di vista del pathos, meno da quello tecnico, con errori grossolani da entrambe le parti. Questi errori, tuttavia, diventano irrilevanti di fronte alla stordente bellezza di un palpitante finale, di una girandola di gol e di emozioni che hanno portato tutti, dai giocatori ai tifosi, a giocarsi senza fiato la lotteria finale dei rigori.
Il mondiale di calcio 2022 é stato certamente il Mondiale di Leo Messi, ma anche quello della definitiva consacrazione di Kylian Mbappé. Il fuoriclasse francese ha saputo trascinare la sua squadra (comunque ricchissima di campioni) fino in finale, disputando poi da vero leader tecnico l’atto finale, nonostante la sconfitta finale. Avrà l’occasione di riprovarci fra 4 anni negli Stati Uniti, anche se nel suo presente potrebbe esserci una Champions League da regalare al Paris Saint Germain, in questo caso con Messi come compagno di squadra.
Dal lunto di vista tecnico il primo mondiale giocato di inverno non ha avuto nulla da invidiare ai precedenti. Il livello tecnico ed emozionale di molti incontri é stato elevatissimo, con tantissimi spunti tecnici e storie che meriterebbero più spazio: dal suicidio del Brasile contro la Croazia di un eterno Modric fino alla favola del Marocco semifinalista e al dramma dell’Inghilterra di Kane, la fase a eliminazione diretta di Qatar 2022 ha messo in campo davvero il meglio del calcio mondiale, a nostro avviso.
Non sono passate inossevate, tuttavia, anche le pesanti contraddizioni che hanno accompagnato il mondo calcistico e sportivo negli ultimi anni (e non solo): la corruzione dilagante che ha portato all’assegnazione della manifestazione (a discapito di un Paese decisamente più “pronto” come l’Inghilterra), il protagonismo esasperato del governo qatariota nella gestione del torneo e non solo, i dirtti negati (senza che la Fifa battesse ciglio) in diversi Paesi presenti al torneo, in particolare l’Iran, i cui tifosi sono diventati arma di propaganda politica e velo dietro cui nascondere la drammatica situazione del Paese. Situazioni certamente imbarazzanti per la politica sportiva, che dovrebbe, prendersi degli spazi per incidere in modo positivo negli scenari globali, non solo come mera testimonianza ma anche a livello diplomatico. Luigi M. D’Auria